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Musica nel Salento

Musica nel Salento
Non solo pizzica nella storia della cultura musicale nel Salento, anche se il fenomeno del tarantismo ha contribuito in modo eccellente alla valorizzazione intellettuale di questo splendido territorio: simbolo delle tante agognate vacanze nel Salento, la “taranta” con il suo “morso” ha contagiato generazioni di persone, portando l’arte salentina nel maintream internazionale della musica, inserendosi con il suo celebre logo su tutti gli itinerari turistici di viaggio nel Salento. Dalla prima fonte scritta di questa danza popolare risalente al 1797, la pizzica pizzica salentina ha ricevuto uno slancio vitale a cavallo tra gli anni ’90 e il 2000, con la consacrazione e la sua diffusione nei circuiti intellettuali internazionali attraverso il film “Pizzicata” del regista Edoardo Winspeare. Contemporaneamente, nel 1999, nel Comune di Melpignano nasce La Notte della Taranta, un evento attualmente considerato il boom dell’industria salentina del divertimento, con migliaia di partecipazioni all’anno nell’appassionante periodo delle vacanze nel Salento. Tantissimi gruppi salentini si sono formati per rivivere il fenomeno della taranta a partire di questi anni, facendo viaggiare la pizzica dal Salento verso altri mondi con il suo ballo scatenato e coinvolgente, come i rappresentanti storici Uccio Aloisi Gruppu, Alla Bua, Aramiré e Officina Zoè. Sempre a partire dagli anni ‘90, nasce un nuovo fenomeno di condivisione sociale portato dal reggae e dalle posse, che, attraverso la loro musica, esprimono denuncia sociale e temi di attualità politica, come il famoso gruppo dei Sud Sound System, che ha fatto cantare l’Italia intera con i propri testi in dialetto salentino e non solo chi si trovava in viaggio nel Salento. Ancora oggi gli appuntamenti estivi si rinnovano con un gran numero di partecipanti che scelgono di passare le vacanze nel Salento: camping attrezzati in rinomate zone turistiche salentine sono invasi da tantissimi giovani in villeggiatura nel Salento, per ballare al ritmo della dance hall fino all’alba, come la famosissima fascia costiera tra San Foca e Torre dell’Orso sull’Adriatico e nelle belle campagne del sud, sulla costa ionica, ricche di agriturismi e luoghi di sosta. Tra i protagonisti del rilancio, l’artista salentino dj War, rappresentante della scena hip hop reggae nel Salento. D’altra parte emerge Gallipoli con le sue discoteche notturne e i suoi locali sul mare, polo di attrazione principale per gli appassionati del disco commerciale, con un’ affluenza talmente grandiosa durante le vacanze nel Salento, da fare assegnare alla bella marina ionica il titolo di “Rimini del sud”. Per gli amanti dei locali notturni si sviluppano altri centri rinomati nel Salento, come i “baluardi” turistici di Porto Cesareo, Santa Maria di Leuca, Marina Serra di Tricase e Santa Cesarea. Un bel progetto musicale che unisce l’anima del reggae e con la musica ska, sono il gruppo salentino degli Après La Classe, autori di album musicali, molto riconosciuti a livello nazionale. Non hanno bisogno di presentazioni i vari musicisti che con la loro musica leggera hanno fatto innamorare migliaia di persone e che annualmente ripropongono i loro concerti in terra salentina attirando la gente in viaggio nel Salento: Albano, Alessandra Amoroso, Emma Marrone, Dolcenera, Franco Simone, il grande compositore e cantante Guido Maria Ferilli e l’acclamato gruppo dei Negramaro.

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Specialità di Mare

Specialità di Mare
Il suo richiamo dolcemente sussurrato e penetrante attrae, come il canto di una sirena, gente di ogni dove, portandole in viaggio verso il Salento: è il mare che seduce e conquista con il suo spazio immenso e incantevole, che affascina con il suo odore fresco ed esotico, mentre cinge in un infinito abbraccio tutto il Tacco d’Italia, giurando amore eterno alla terra e a tutti i suoi abitanti. Protagonista indiscusso delle vacanze nel Salento, il mare e le sue incantevoli spiagge sono da sempre delle mete predilette e ambite dai turisti di tutto il mondo che desiderano vivere una fantastica villeggiatura nel Salento: ed è proprio dal mare che giungono i suoi doni più preziosi, trasformati grazie alla creativa dote culinaria dei salentini in deliziosi piatti degni della migliore cucina internazionale. Grazie alla presenza di una prosperosa fauna marina nei mari del Salento, la cucina di mare salentina è molto rinomata e le specialità di mare sono assai presenti in tutti i periodi dell’anno, sia in termini di qualità che di quantità: come tutta la grande cucina salentina degna della tradizione, anche le ricette di mare si avvalgono del prezioso contributo della memoria antica, tramandata di generazione in generazione in uno sconfinato viaggio verso il Salento dei giorni nostri. Tra le specialità di mare salentine più richieste durante le vacanze nel Salento, “u purpu alla pignata”, il polpo con le patate cotto nel tipico recipiente di terracotta, molto utilizzato nella cucina salentina per cuocere veramente di tutto davanti al fuoco. Questa gustosa specialità gastronomica, si prepara cucinando in un primo momento il polpo nella pignata con l’olio d’oliva senza aggiunta di acqua, da cui il noto proverbio salentino “u purpu se coce cu l’acqua sua stessa”, che sta anche ad indicare una persona che con il suo comportamento è causa stessa dei suoi mali: dopo una parziale cottura dellu purpu, si aggiungono le patate tagliate a dadini, l’aglio, il prezzemolo, il pepe in grani, peperoncino e i pomodorini al pendolo, il classico grappolo di pomodori lasciati seccare davanti al muro, uno dei simboli classici della civiltà contadina, riprodotto su centinaia di cartoline e guide turistiche di viaggi nel Salento. Il risultato finale è una pietanza veramente squisita e nutriente, che si può gustare sia durante la fredda stagione invernale che come sfizioso antipasto estivo. Un’altra gustosa specialità di mare della tradizione, giunge nel Salento direttamente durante la dominazione della Spagna: infatti, molto simile alla famosissima “paella” spagnola, è la caratteristica “Taieddha” salentina, uno sformato preparato con cozze, patate, pomodorini e zucchine. Questo concentrato di bontà e di salute che sposa ingredienti di mare e di terra, viene cotto al forno inserendo i componenti a strati con le patate in superficie: la “Taieddha”, il cui nome dialettale indica il tegame di cottura, è un primo piatto simbolo principe del made in Salento, espressione della nobile arte della cucina salentina, fatta con alimenti poveri ed immediatamente reperibili. Durante le vacanze nel Salento, mangiare la Taieddha è un appuntamento irrinunciabile per scoprire gli autentici sapori di questa terra. Tra i tantissimi rinomati primi piatti di mare salentini più “vacanzieri” e richiesti durante i viaggi nel Salento, vi sono le classiche linguine ai frutti di mare, con vongole, cozze, gamberetti e calamari freschi, ottima anche nella variante con i “cavatelli”, tipica pasta artigianale dal gusto intenso e le buonissime linguine ai ricci, preparate con un gustoso sughetto a base di ricci di mare. Altre ricette di mare deliziose, da degustare in vacanza nel Salento, le cozze gratinate al forno, i calamari fritti, e due specialità originarie del Comune di Gallipoli, rinomato centro di mare della costa ionica: le “seppie alla gallipolina”, cotte con pomodorini, pecorino, pangrattato, olio, capperi, prezzemolo e olive nere, e la tipica “scapece”, piccoli pesci azzurri fritti e fatti marinare in mezzo a strati di mollica di pangrattato, imbevuta di aceto e zafferano.

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Puccia

Puccia 

L’impasto è quello classico per preparare il pane, a cui si aggiungono ingredienti particolari per esaltarne il sapore: la “puccia” salentina, nata come alimento povero e di sostentamento durante il lavoro dei campi, ha conquistato i palati più fini, inserendosi tra gli alimenti protagonisti delle vacanze nel Salento. Chiamata anche “uliata” nella tradizione popolare, la puccia freschissima si ottiene dalla mescolanza di farina di grano duro, acqua e sale, a cui si aggiunge una piccola porzione di acqua e olio, per assicurare al composto una consistenza più morbida. Il tocco finale che fa la differenza è dato dalla mescolanza delle olive nere all’impasto, prima della necessaria cottura al forno: l’alimento così ottenuto è un concentrato di bontà, nutriente e adattabile ad infinite varianti. La puccia cu’ ’lle ulie salentina è molto amata dai turisti in viaggio nel Salento, che ne hanno fatto un cult delle proprie vacanze: attualmente, molti luoghi di ristorazione offrono pucce salentine originali e sfiziose, arricchite con formaggi, verdure e carni, per un’autentica esplosione di gusto. Infatti, la puccia salentina ha attirato l’interesse di molti negli ultimi anni e si è, quindi, provveduto ad incrementare il valore nutrizionale e il gusto originario, partendo dalla versione base di questo alimento: un inno alla sapiente cultura gastronomica salentina, non solo per venire incontro alle crescenti richieste di questo prodotto tipico durante i soggiorni nel Salento, ma anche sull’onda alle abitudini della popolazione locale di consumare la puccia non solo in ambito esclusivamente domestico ma anche, durante le pause di lavoro o nei momenti ricreativi. Il sapore genuino insieme alla versatilità della puccia salentina, sono stati la chiave del suo successo: la puccia salentina sembra sia nata come pasto dei prigionieri e la tradizione vuole che le prime infornate siano fatte il 7 dicembre, alla vigilia dei festeggiamenti dell’Immacolata Concezione, giorno dedicato al digiuno e alla meditazione religiosa, in cui l’unico alimento consentito era proprio la puccia cu’ ’lle ulie. Il significato di puccia deriva dal latino “buccellatum”, ovvero “pane militare” che i legionari portavano con sé durante le lunghe spedizioni di guerra. Tra le varianti più comuni da degustare in vacanza nel Salento, la puccia salentina di Gallipoli, considerata è una vera e propria istituzione, farcita con capperi, acciughe, provolone, pomodorini e tonno e i “pizzi” leccesi, con pomodori, cipolle, zucchine, capperi: quest’ultima viene chiamata anche “cucuzzata” nei paesini del sud Salento ed è una delle protagoniste indiscusse delle fiere paesane e dei banchetti degustativi predisposti per i turisti durante il periodo delle vacanze nel Salento. Nel calendario estivo degli eventi nel Salento, non mancano sagre ed appuntamenti dedicati alla puccia salentina, come la “Festa te la Uliata” a Caprarica di Lecce, la “Sagra della Puccia” a Ugento, la “Sagra ‘ta Puccia” a Supersano, a Villa Convento (Novoli) e a Minervino di Lecce.

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Pittule

Pittule
L’atmosfera è quella calda e maestosamente solenne del Natale nel Salento, quando con il rigore del freddo invernale, ci si rilassa davanti ad un brioso cammino acceso, mentre dai fornelli in cucina giunge un buon odore invitante. Si alzano i calici e dalla tavola imbandita un piatto fumante richiama l’attenzione di tutti: comincia la tradizionale scorpacciata delle famose “pittule” salentine, una prelibatezza popolare semplice e accattivante, sempre più richiesta dai turisti in vacanza nel Salento, non solo durante il periodo natalizio. Le piccole “pittule”, a forma di palline irregolari, sono un piatto che appartiene alla tradizione di tutto il sud Italia, ma con varianti e denominazioni tipiche del territorio di appartenenza: a livello domestico nel Salento le prime “pittule” si preparano tradizionalmente l’11 novembre, durante il festeggiato giorno di San Martino. La ricetta delle pittule salentine rientra nell’immenso ricettario dell’arte gastronomica popolare del Salento, che utilizza, generalmente, ingredienti poveri e facilmente alla mano, per creare autentiche meraviglie: basta lavorare con un po’ di attenzione un kilo di farina 00, lievito di birra, acqua e sale, per ottenere un impasto soffice e colloso, da far lievitare per un paio d’ore. Come ben sanno gli esperti massai salentini e chi ha avuto la fortuna di gustare le pittule salentine durante il viaggio nel Salento, la resa massima di questo succulento piatto si ottiene, oltre ad un buon composto di partenza, anche con l’abilità manuale di staccare velocemente pezzi dall’ impasto per creare palline di pasta, magari aiutandosi con un cucchiaio per ottenere una fora più tonda. Le palline vanno adagiate rapidamente in una grande padella riempita con l’immancabile olio d’oliva salentino, che deve essere fumante al punto giusto. Quando raggiungono un bel colore dorato, sono pronte per essere servite, ancora caldissime: durante il viaggio nelle terre salentine, si comprende bene la giustezza del detto “una tira l’altra”, soprattutto per chi si trova per la prima volta in vacanza nel Salento a gustare le deliziose pittule. Eppure questo piatto così popolare e richiesto dai turisti è nato, secondo la leggenda, per puro errore di una casalinga: il 22 Novembre a Taranto, durante la ricorrenza di Santa Cecilia, una donna, incantata dalla musica dei zampognari, uscì allegramente di casa per seguire i musicisti, dimenticando l’impasto per il pane che serviva a nutrire i propri figli. Al ritorno, di fronte all’impasto troppo lievitato, ebbe l’idea di friggere velocemente il tutto in piccoli pezzi, le pittule (letteralmente “pezzi di focaccia”). La creatività della cucina salentina, così apprezzata durante i soggiorni vacanza nel Salento, ha fatto poi evolvere questa ricetta nata “per sbaglio” in altre genuine specialità: pittule alle olive, al cavolfiore, con “paparussu pisatu” (peperone sotto vaso), con capperi e acciughe, pittule ai pomodorini, alle zucchine e chi più ne ha più ne metta, e, ciliegina sulla torta, si degustano anche, nella versione agrodolce, bagnate nel vino cotto e nel miele. La praticità dei suoi ingredienti e il suo successo gastronomico le hanno rese protagoniste, ogni momento dell’anno, dei migliori antipasti e contorni durante le sagre e le feste paesane, oltre ad essere sempre presenti nella maggior parte dei menù di ristorazione dedicati ai turisti in vacanza nel Salento.

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Frisa

Frisa
Le vacanze d’estate nel Salento sono il periodo ideale per degustare un’altra specialità tipica della cucina popolare salentina: le “friseddhe”o “fraseddhe”, italianizzato in frise, sono un piatto rustico genuino, composto da alimenti semplicissimi con la base principale di grano duro salentino o di orzo. Le fraseddhe sono da tempo le “regine” delle spiagge salentine, quando è il momento di concedersi un piacevole spuntino: al ritorno dal mare, invece, diventano una sfiziosa soluzione pratica per arricchire le allegre tavolate dei turisti in vacanza nel Salento, con l’acquolina in bocca dopo un’intensa giornata di sole. Le friseddhe salentine hanno lo stesso impasto lievitato del pane fatto a casa ma con l’aggiunta di meno acqua: dalla lievitazione della farina, bianca di grano oppure scura di orzo, con acqua, lievito madre e sale, si ottiene un impasto da modellare in porzioni di pasta arrotolate al centro a forma di mezza spirale, con un piccolissimo buco in mezzo. Le frise salentine vengono cotte nel forno a legna e, una volta pronte, tagliate ancora calde in senso orizzontale con un filo “a strozzo”, in modo da conferire rugosità alla superficie della friseddha, ottenendo le caratteristiche “friseddhe te susu” (di sopra) e “friseddhe te sutta” (di sotto). La seconda parte è la tostatura in forno, che deve essere rapida, quando le frise sono ancora calde: in questo modo la friseddha salentina è un alimento che si conserva lungamente e va consumato bagnandolo preventivamente in acqua per qualche secondo, la famosa “sponsatura”. Probabilmente la lontana origine di questa specialità così apprezzata durante i viaggi nel Salento, risale al X secolo ed era l’alimento adatto per una lunga permanenza in mare: i marinai potevano assicurarsi una buona scorta di provviste in partenza dal Salento e, come da consuetudine, bagnavano le friseddhe nell’acqua di mare salata, un gesto tradizionale talvolta imitato da qualche buongustaio “contemporaneo”. Alla “fraseddha sponsata” si aggiungono i pomodorini, il sale, l’origano e dell’abbondante olio d’oliva: secondo il gusto personale, la friseddha può essere “incoronata” con dello sfizioso peperoncino piccante, del profumato basilico o verdure grigliate da servire come contorno. Questo piatto fresco dal sapore autenticamente naturale, rappresenta a tutti gli effetti l’anima del Salento in tutte le sue caratteristiche essenziali, come la spontaneità, la bontà, la praticità, il “saper fare”, la sostanza e la cultura, a cui si aggiunge quella sottile vena esotica che tanto piace ai turisti e che avvolge di profumi d’oriente, i migliori soggiorni di vacanza nel Salento.

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Luminarie Salentine

Luminarie Salentine
Per chi ha trascorso le vacanze nel Salento, concedendosi una visita nei graziosi paesini dell’entroterra durante alcune celebrazioni speciali, ha avuto occasione di ammirare, le stupende scenografie dei borghi illuminati in festa, grazie all’ausilio d’installazioni luminose, che, come da tradizione, sono un’irrinunciabile appuntamento per tutte le comunità. Ogni piccolo centro salentino, con la sua storia e il suo folklore, si lega a tutti gli altri a formare l’unica anima del Salento: così per le luminarie salentine, che nel tempo sono divenute un mezzo spettacolare per esprimere la devozione e la gratificazione verso i propri santi protettori e l’importanza di alcune occasioni civili speciali. La presenza delle luminarie salentine è una consuetudine che pare sia nata intorno al 1930, con l’arrivo dell’elettricità. Attualmente, sono tantissime le ricorrenze a cui poter partecipare, sia durante il vivace clima delle vacanze d’estate, sia nelle altre stagioni dell’anno: andare in viaggio nel Salento, significa potersi innamorare anche di queste piccole dimensioni sociali, quando, al calar della sera, le case della gente, i muri dei palazzi e le gentili colonne intarsiate dei monumenti e delle chiese sono illuminati dal bagliore delle luci colorate delle “parazioni”, come si dice nel gergo popolare. Queste strutture luminose, montate da tecnici e maestri “paratori” sono disposte in modo da sovrastare le strade affollate della gente in festa e la tradizionale processione che conduce il proprio santo fin sull’altare della chiesa. In occasione di molte festività importanti, come il periodo precedente alle vacanze di Natale, gli artisti paratori addobbano le strade e i presepi di cartapesta con lampadine colorate e giochi di luce in movimento, per uno spettacolo visivo eccezionale, da contemplare e conservare nel cuore durante il ritorno dalle vacanze nel Salento. Una delle festività più importanti organizzate nel Salento per esaltare il valore di questa nobile tradizione delle luminarie salentine, è la commemorazione di Santa Domenica a Scorrano, nel basso entroterra salentino, che si svolge nelle notti del 5, 6 e 7 luglio di ogni anno e che ha attirato l’attenzione del mondo dell’arte e del turismo internazionale. Durante questo evento, una vera e propria gara di luci disposte in imponenti architetture luminose, incantano i volti estasiati della comunità e della gente di ogni dove che si trova in vacanza nel Salento: strutture in legno che sostengono telai sui quali vengono disposte le lucine colorate per rappresentare chiese, archi, torri ma anche riproduzioni in scala di famosi monumenti nazionali. Un appuntamento irrinunciabile che, grazie alla tecnologia, ha esteso le sue potenzialità creative, permettendo agli artisti “paratori” salentini di esprimere al meglio il proprio talento, in modo da poter ancora incantare e riempire di magia questo emozionante viaggio nel Salento.

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Miti e Leggende

Miti e leggende
Il passato del popolo salentino non si racconta solo attraverso i monumenti e i preziosi reperti storici ritrovati su tutto il territorio: c’è un’altra anima del Salento da scoprire, quell’energia più irrazionale e fanciulla che cercava di dare una spiegazione a tutto quello che esiste e prende forma vitale. Piccoli ritagli quotidiani, in cui si tramandavano leggende e superstizioni, magari durante il duro lavoro nei campi oppure nel chiacchiericcio di gruppo delle “comari” durante le faccende domestiche, oppure ancora veniva fuori la sera, nei quotidiani momenti di comunione seduti in gruppo intorno al fuoco. Una magia che ancora si avverte nel clima del Salento vacanze e nei suoi rituali tenuti in vita dalla memoria popolare. Già il mito della taranta, simbolo per eccellenza e “marchio” ufficiale degli itinerari di viaggio nel Salento, rappresenta questa tendenza al magnifico e all’immaginario, per raccontare in modo poetico e soavemente infantile sentimenti, emozioni e storie di vissuto quotidiano con toni leggendari ed epici. Come le leggendarie figure degli “scazzamurrieddhi” o “municeddhu” o ancora “lauri” leccesi, che arrecavano dispetti di ogni tipo, come nascondere o cambiare di posto oggetti e sedendosi sul petto dei dormienti suscitando incubi notturni. Rubargli il cappello a punta, era l’unico modo di togliere potere al la loro indole irriverente. Tra folletti, gnomi, spiritelli e “macare”, sono numerosissime le leggende locali che riguardano le masserie, le pinete, le chiese, i monumenti, oggi frequentatissimi nei periodi di vacanza nel Salento, come anche nelle suggestive zone costiere ricche di grotte e insenature naturali. Torre dell’Orso, una delle tante località balneari del Salento preferite da turisti, conosce la storia delle “due sorelle”, due scogli molto somiglianti vicini alla spiaggia, che si ritiene siano due sorelle mutate in quella forma dagli dei per pietà, mentre stavano annegando in mare. Assai suggestiva è la leggenda legata a Santa Maria di Leuca e al suo mare, oggetto di altri racconti affascinanti del passato: a questa meta ambita delle vacanze nel Salento conserva la leggenda degli “scogli dannati”, un insieme di isolotti a largo di Punta Ristola, considerati “maledetti” dai naviganti in viaggio vicino alla costa perché poco visibili. Secondo la mitologia greca in questo punto Medea, per vendicarsi del marito Giasone, uccise i figli e sparse i loro corpi a pezzi nelle acque, metaforicamente rappresentate dagli scogli. In molte zone del litorale, oggi aperte al mondo e piene di vita durante le vacanze nel Salento, ci sono leggende di questo tipo. Sono incalcolabili per numero e per varietà, anche i miti legati al culto religioso, alla commemorazione delle stagioni, come anche le superstizioni e le leggende più “domestiche”, come quelle che venivano dette ai bambini per evitare di combinare guai o di mettersi in situazione di pericolo, come il terribile “nanni-orcu”, creatura malvagia che mangia i piccoli disobbedienti.

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Parchi Naturali

Parchi Naturali
Nell’avventuroso viaggio nel Salento, una delle tappe predilette dai visitatori durante il corso delle proprie vacanze è l’immersione totale nelle splendide aree naturali salentine soggette a tutela ambientale, per l’incommensurabile valore biologico che per la comunità scientifica mondiale hanno tutte le specie viventi, sia vegetali ch animali,. Partendo dal litorale ionico, nell’area di Nardò fino alla marina di Porto Selvaggio, si può visitare il bellissimo Parco naturale di Porto selvaggio e la Palude del Capitano, 1122 ettari di area verde con 300 ettari di pineta ricoperta da pini d’Aleppo e la splendida Grotta delle Corvine. Immediatamente più a sud di Gallipoli, continuando il viaggio nelle profondità del Salento verso Leuca, si trova il Parco Isola di Sant’Andrea, Litorale di Punta Pizzo, sottoposto a tutela ambientale nel 2006, con verdeggianti pinete, l’area paludosa de Li Foggi, la bella costa sabbiosa, molto frequentata durante le vacanze d’estate nel Salento e il suggestivo isolotto di Sant’Andrea. La ricercatissima litoranea ionica salentina giunge, infine, al Parco del Litorale di Ugento, che ricopre il meraviglioso tratto che conduce da Torre San Giovanni a Lido Marini: istituito nel 2007, questa tranquilla area naturale convive con le esigenze dei molti turisti in vacanza ed è dotata di stabilimenti balneari e servizi. La location a ridosso sul mare è splendida, ricca di fauna e piante particolari, e da qui è possibile ammirare bellissime specie di volatili presenti in massa nelle aree più umide e paludose dell’area, come il pittoresco Bacino di Rottacacapozza. Spostandosi sull’Adriatico, e ripartendo dal Nord Salento, il Parco naturale regionale di Rauccio si estende per quasi 1600 ettari a soli 15 km da Lecce, con il suo bel bosco di lecci. Più a sud di San Cataldo, marina leccese di appartenenza, trova spazio il veterano Parco delle Cesine, costituito nel 1980 e attualmente oggetto di molte visite guidate: in questo emozionate viaggio nel Salento, è possibile ammirarne il suo cuore selvaggio in mezzo alla fitta pineta, l’area a macchia mediterranea, la ricchezza della fauna selvatica, soprattutto uccelli che trovano dimora in questi posti e la zona degli stagni, su cui sostano indisturbati esemplari bellissimi di uccelli acquatici, che è possibile osservare con il binocolo da postazioni di avvistamento in legno. Un cult del turismo nel Salento, è la visita dell’ Oasi protetta dei Laghi Alimini, un bacino con due grandi laghi a Nord di Otranto, che comprende la storica Baia dei Turchi, entrambi “siti di importanza comunitaria” (SIC). Proseguendo a sud, un’altra area di notevole interesse, di istituzione più recente ma già frequentatissima durante i viaggi nel Salento, è il Parco Naturale Regionale Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase, che con i suoi circa 3000 ettari ricopre tutta l’area prospiciente alla costa orientale della penisola, da Otranto fina a Santa Maria di Leuca: questa meravigliosa area naturale, è come un libro antico che conserva al suo interno testimonianze del passato remoto di questa terra, menhir, masserie antiche, le caratteristiche pajare, rifugi improvvisati, torri di avvistamento e suggestive grotte sul mare.

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Flora

Flora
Sono circa 1450 specie di piante e fiori presenti nel Salento, in un’esplosione di colori e odori che rendono questa terra un’attrattiva speciale e un’ambita meta di viaggio da parte del turismo internazionale. Un regno vegetale di tutto rispetto, caratterizzato da un ‘ampia varietà di specie naturali, alcune completamente autoctone, altre pugliesi o europee, molte esotiche e diffuse oltre i confini del mar Adriatico, nei territori dell’est europeo. La natura multiforme del Salento, così come gli avvenimenti storici del lunghissimo passato di questa terra, ha notevolmente contribuito a foggiare il carattere dei salentini che hanno basato la loro cultura e il loro stile di vita su questi criteri di apertura e di scambio: al di là di qualsiasi limite umano, la natura non conosce frontiere, né appartiene a nessuno, come se fosse un’insegnante di vita per tutti. Così, durante le vacanze nel Salento, la conoscenza di questo angolo di paradiso sulla terra, diventa un’opportunità per molti visitatori: ci si può avventurare nelle campagne salentine tra imponenti alberi di ulivo ((Olea europaea), molti dei quali secolari, accarezzati dal vento, sostare vicino a graziosi muretti a secco oltre i quali spuntano maliziosi Fico d’India (Opuntia ficus-indica) dai frutti buoni, assaporare il profumo dei mandorli in fiore (Prunus dulcis) e lasciarsi accarezzare dai raggi del sole tra il rosso acceso dei papaveri, il giallo intenso dei crochi e il bianco luminoso dei giglio di mare (Pancratium maritimum), che danno il benvenuto in molte spiagge salentine. Durante l’estate nel Salento, domina la caratteristica macchia mediterranea che, lungo le fasce costiere, ospita il Ginepro coccolone (Juniperus oxycedrus) e il Ginepro feniceo (Juniperus phoenicea). Tra gli endemiti esclusivi del Salento, ovvero le specie vegetative che non si trovano al di fuori del Tacco d’Italia, si può trovare il Limonium salentino (Limonium japygicum) dalla distribuzione tipicamente ionica, il Giaggiolo salentino (Iris revoluta), Garofanino salentino (Dianthus japigicus), Piantaggine di Groves (Plantago grovesii), l’Ofride tardiva (Ophrys tardans), la Veccia di. Giacomini (Vicia giacominiana), il Fiordaliso di Leuca (Centaurea leucadea), il Fiordaliso pugliese (Centaurea japygica) e il Fiordaliso nobile (Centaurea nobili). Da ammirare l’eleganza e il fascino delle orchidee spontanee, presenti con circa 40 specie e vari ibridi sul suolo salentino, come l’Orchis laxiflora, l’Ophrys apifera e l’Orchis palustris. L’itinerario turistico “verde” del Salento prosegue nella sua parte orientale, dove lecci, pini, allori e querce offrono uno spettacolo incantevole, come il famoso esemplare di Quercia Vallonea (Quercus ithaburensis), la cui propagazione si estende nei vicini territori dell’Europa dell’est, nella penisola Balcanica: la “quercia dei 100 cavalieri”, in territorio di Tricase, secondo le stime ufficiali, sarebbe nata circa 900 anni fa, mentre altri esemplari di questi caratteristici alberi sono presenti a Cocumola, a Corigliano d’Otranto, a Taurisano e a Gallipoli.

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Fauna

Fauna
Viaggiare nel Salento e immergersi nei meravigliosi paesaggi naturali che offre questa generosa terra: le vaste campagne salentine, paesaggi paradisiaci gentilmente incorniciati dal mare, sono popolate da numerose varietà di animali selvatici e specie vegetative preziose, che conferiscono al paesaggio il tipico aspetto da cartolina d’autore. Alla bellezza visiva degli spazi naturali salentini, si attribuisce il valore aggiunto dell’incontaminata natura di questi luoghi del Salento, molto spesso soggetti a tutela e a vincoli di salvaguardia ambientale dall’incauta propensione umana a misurare il progresso in base a criteri di cementificazione illogici e scarsamente coerenti con il territorio di origine. La suggestiva grazia di questi luoghi, abitati da secoli dai nativi animali e che rimandano ad un passato remoto autenticamente vissuto, si può percepire passeggiando lungo i percorsi di pianura e dei leggeri pendii, sapientemente costruiti da Madre Natura. Chi è in vacanza nel Salento può respirare a pieni polmoni la leggera brezza dei venti del sud e confondersi con il canto idilliaco degli uccelli, che affollano, in grande quantità, i luminosi cieli salentini: oltre alle specie più comuni, come cardellini, pettirossi, capinere, si trovano varietà particolari, come il germano reale (Anas platyrhynchos), il gheppio (Falco tinnunculus), le gru (MegaIormis grus), la ghiandaia marina (Coracias garrulus), l’airone grigio (Ardea cinerea), il tarabuso (Botaurus stellaris), il fischione turco (Netta rufina) e gli immancabili gabbiani (Larinae Rafinesque). La fauna terrestre del Salento che vive allo stato selvatico comprende moltissimi animali di media taglia: è un fenomeno assai consueto, durante le proprie escursioni nelle zone di campagna, imbattersi nello sguardo incuriosito delle volpi selvatiche, seguite dai loro piccoli cuccioli che imparano a stare al mondo, volpi difficilmente avvicinabili dall’uomo ma che spesso si spingono non molto lontano dai centri abitati, in cerca di cibo. Altre specie molto comuni da incontrare in viaggio nel Salento, sono faine, donnole e tanti animali di piccola taglia, come la lepre selvatica, il tasso, lo scoiattolo, la talpa, le testuggini e il graziosissimo riccio europeo. Alla scoperta del Salento, camminando sui terreni rocciosi intensamente impregnati di sole, nel caratteristico habitat naturale ricoperto da macchia mediterranea, si possono trovare numerosi esemplari di lucertole, camaleonti e gechi, mentre cicale, grilli e rospi compongono la loro originale melodia di sottofondo. Tra meravigliosi lepidotteri, come farfalle, falene e altri variopinti insetti, non mancano sicuramente altre specie di artropodi, animali invertebrati non molto amati da tutti ma comunque originali e belli da vedere, come gli scorpioni e la famosissima taranta, simbolo della civiltà contadina di altri tempi e ormai immagine consolidata delle vacanze nel Salento..