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Architettura nel Salento

Architettura nel Salento

In viaggio nel Salento, girovagando nelle sconfinate zone di campagne, si può notare la presenza di tantissime strutture in pietra come le caratteristiche masserie, liame, pajare o furneddhi che costituivano antichi rifugi per contadini e pastori, i muri paralupi, che servivano a difendere gli animali domestici dall’attacco di quelli selvatici, e i graziosi muretti a secco che segnano i perimetri delle “cisure” (“campagne”). Queste costruzioni, create con la roccia estratta dal suolo per rendere un terreno coltivabile, sono espressione massima della magnifica architettura contadina del Salento dalle origini antichissime che si è tramandata nel tempo con il sapiente uso della parola dei più anziani. La presenza di uno scenario architettonico così singolare, arte povera a servizio della terra, tutt’ora affascina i viaggiatori di tutto il mondo che trascorrono le vacanze nel Salento: troviamo pajare e altro soprattutto nei pressi delle zone costiere e, in viaggio verso sud, disseminate nelle campagne del Basso Salento e con il loro fascino senza tempo abbelliscono le campagne salentine come delicati quadri d’autore.

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Piatti Tipici Salentini

Piatti tipici salentini

L’Italia è una nazione apprezzata in tutto il mondo per la sua buona cucina e il Salento, sulla stessa linea, gode di fama internazionale per l’alimentazione tipica della sua popolazione. I sapori di terra salentina attraggono per l’ottima combinazione di genuinità, freschezza e gusto: numerose trattorie e ristoranti offrono piatti tipici a buono prezzo agli amanti della buona tavola, soprattutto durante le vacanze nel Salento. Tramandate nel tempo di padre in figlio, le prelibate ricette salentine derivano dalla sapiente arte contadina di riciclare i cibi avanzati, soprattutto nei periodi di povertà, quando era comunque necessario nutrirsi bene per lavorare. Alla base della cucina del Salento, i prodotti della terra presenti in abbondanza, frutta e verdure di stagione, come arance, mandarini, melagrane, nespole, susine, angurie, fichi d’India, pere, cime di rapa, cicorie (cicuredde), bietole, carciofi, pomodori, melanzane e altro ancora, che danno vita a gustosissime pietanze come la “fritta” con le olive, le “rape ‘nfucate”, le cicorie “tutte pare”, verdura sott’olio e sott’aceto. Molto utilizzate le verdure mescolate a legumi, altro cibo basilare nella cucina nel salento: dall’abbinamento di questi due ingredienti con il pane raffermo, che un tempo erano gli avanzi dei pasti dei giorni precedenti, nasce la “scurdijata”, che è molto consigliata a coloro che sono in viaggio nel Salento. Gli allevamenti ovini, molto diffusi nella penisola salentina, forniscono formaggi di alta qualità, mentre un concentrato di bontà è anche il famoso pane di grano, fatto con farina poco raffinata e lievito naturale, la pasta fatta in casa, la “pitta” di patate e i prodotti da forno in generale, come i famosi “pizzi” o “cucuzzate” (pane con pomodori, cipolla e zucchine), la “puccia” con le olive, le frise, taralli e tarallini, con l’utilizzo. Con l’impasto di farina si ottengono anche le “pittule” fritte, un tempo piatto tipico natalizio, ora sempre presenti per soddisfare la richiesta di turisti che sono in viaggio nel Salento in qualsiasi periodo dell’anno. Altra prelibatezza sono i “ciceri e tria” (pasta fatta in casa con ceci), le “sagne ‘ncannulate”, maccheroni e orecchiette con l’immancabile sugo di pomodoro. I contadini di un tempo potevano mangiare la carne solo nelle occasioni speciali, ma si nutrivano prevalentemente di pesce azzurro e lumache di terra (municeddi): ogni tanto utilizzavano soprattutto la carne dei cavalli più anziani (tra i piatti tipici, pezzetti di cavallo, polpette fritte o al sugo) e interiora di agnello (turcinieddi o gnommareddi). Completano l’opera tantissimi dolci fatti in casa come i “purce??uzzi” (impasto dolce fritto cosparso di miele), i “mustazzoli” (biscotti di mandorle), e il famoso pasticciotto leccese. Il tutto è condito, quasi esclusivamente, con l’insostituibile olio d’oliva: un lauto pasto con piatti tipici, annaffiato con del buon vino negroamaro, primitivo, o malvasia, rendono una vacanza nel Salento indimenticabile, per conservare il ricordo, durante il viaggio di ritorno, di una tradizione così affascinante.

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Vino

Vino
In viaggio nel Salento, per scoprire nuovi sapori, sotto il segno dell’armonia e della gioiosa convivialità: il vino salentino, con il suo carattere deciso e il suo aroma intenso e inebriante, accompagna fedelmente le migliori tavole, esaltandone il gusto dei piatti tipici di “terra noscia”. Una passione che ha più di 4000 anni di storia e che tutt’ora ammalia e convince, seducendo milioni di persone che trascorrono le vacanze nel Salento: il bicchiere di vino che brinda alle migliori degustazioni, molto frequenti e ricercate, un lusso alla portata di tutti, che diverte e apre le porte alla conoscenza e alla simpatia dell’altro. Il vino del Salento conserva ancora, nella sua espressione dialettale, il nome antico di “mieru” derivato da“merum” usato nell’epoca romana per indicare il vino puro non contaminato con acqua o con altri additivi, qual era invece il “vinum”. Questo caratterizza l’animo del Salento, il dolce e l’amaro che fonde il rude lavoro nei campi con la delizia dei momenti di riposo, in allegra compagnia. Tra i vitigni del Salento che sono famosi in tutto il mondo, l’amabile Primitivo, brioso e speziato, il corposo Negramaro, intenso dal colore scurissimo, l’elegante vino Malvasia, profumato e denso. In “vino veritas”, tramanda la tradizione: sicuramente un buon bicchiere di vino può scaldare il proprio viaggio nel Salento con momenti di festosa e sincera armonia.

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ULIVI DEL SALENTO

Ulivi del salento
Per coloro che, durante un soggiorno di vacanza, visitano il Salento, è molto comune avvertire delle profonde emozioni di fronte all’imponenza maestosa di un albero di ulivo, come il richiamo di un lontanissimo passato in cui queste terre pullulavano di vita intensa, fatta di lavoro, scambi, arrivi e partenze. Il Salento “porta d’oriente”, con il suo bel clima e la terra generosamente fertile, ha accolto con amore migliaia di anni fa questo prezioso dono della natura, in maniera talmente ospitale da rendere l’albero di ulivo una specie vegetale “autoctona”, ovvero come se fosse naturalmente originaria del posto. L’ulivo come tradizionale simbolo di pace, fertilità ma anche di resistenza all’usura irreversibile del tempo che passa, rappresenta esso stesso l’anima del Mediterraneo e del Salento: alla moltitudine di turisti che hanno scelto di passare le vacanze e che hanno percorso le stradine delle vaste campagne salentine, è subito balzata agli occhi la somiglianza tra la “dolce” spigolosità dei tronchi rugosi e vetusti con l’anziano contadino, che alla terra ha dedicato un’intera vita e con la terra si è identificato, come l’incanto degli ulivi secolari che “conoscono” il Salento meglio di chiunque altro. Una storia che ci viene raccontata anche dalle stradine romane, le masserie sparse nelle campagne, i frantoi ipogei in cui ogni anno si ricavava il prezioso “oro giallo”, l’indispensabile olio d’oliva, espressione finale del valore immenso e divino che gli alberi di ulivo hanno per l’Umanità. E ci richiama a viaggiare nel Salento, a passare le vacanze in quei posti, per sentire sulla propria pelle questo soffio di eternità.