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Pasticciotto

Pasticciotto
La squisita bontà del pasticciotto leccese è un gesto di tenerezza mattutino che nel Salento ci si concede ogni giorno: questo dolce risveglio ha origini molto lontane e ed è considerata una specialità della tradizione salentina. Il pasticciotto ha una forma ovoidale più o meno simile ad un plum-cake: composto da un ripieno di crema pasticcera ricoperto da pasta frolla, il dolce viene spennellato con albume d’uovo prima della cottura e poi gustato possibilmente appena tolto dal forno, quando, ancora caldo, raggiunge la giusta consistenza e sprigiona quel profumo buono e invitante, che si sente tipicamente in molti bar salentini. Vera e propria leccornia per molti turisti che sono in vacanza nel Salento, il pasticciotto leccese, nasce, come viene tramandato dalla tradizione popolare, in una piccola bottega dolciaria di Galatina nel 1745, da una creazione del pasticcere Andrea Ascalone, che cercava una specialità capace di attirare i visitatori che erano in viaggio nel suo paese, in occasione della festività di San Paolo, protettore delle tarantate. Da un po’ di impasto e ripieno avanzato, che sistemò in un recipiente di rame, tirò fuori una torta di piccole dimensioni, che lui stesso definì un “pasticcio”, inconsapevole di aver creato un dolce tipico che, ancora dopo due secoli e mezzo, viene decantato e apprezzato per il suo caratteristico sapore. Tappa obbligata per molti che trascorrono le vacanze nel Salento, il pasticciotto da nord a sud della penisola leccese ancora delizia, tanto che molti maestri del gusto hanno sperimentato nuovi gusti per la ricetta base come il pasticciotto al cioccolato, quello al gianduia, con crema e marmellata, con crema alla ricotta, fino al famoso pasticciotto al cacao “Obama”, creato nel 2008 a Campi Salentina. Ancora una volta una piccola storia popolare oltrepassa i confini del suo tempo, per diventare un simbolo, ai giorni nostri, della dolci vacanze salentine.

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Frantoi Ipogei

Frantoi Ipogei
Salento e olio di oliva è un storia d’amore che nasce migliaia di anni fa come viene testimoniato dalla presenza di bellissimi frantoi ipogei, tutt’ora visibili e aperti ai visitatori. Un tempo i trappiti, altro nome dei frantoi, erano costruiti all’interno di stanze sotterranee in molti centri salentini per vari motivi (maggiore protezione, facilità di scarico delle olive attraverso le aperture superiori, temperatura più alta) e sono tutt’ora luogo prescelto da visitare in molti itinerari di viaggio nel Salento: al loro interno si scandiva il ritmo quotidiano di tantissimi uomini salentini che dovevano allontanarsi dalle proprio case da novembre fino a maggio dopo la raccolta delle olive, nel periodo autunnale, per vivere stabilmente all’interno del frantoio ipogeo, dove si procedeva alla lavorazione e alla spremitura del prezioso oro del Salento sotto la guida del caposquadra, il nachiru. I frantoi ipogei da visitare per chi è in vacanza nel Salento sono numerosissimi, anche se la maggior parte di loro non è “sopravvissuta” all’usura del tempo per vari motivi. Tra i Comuni del Salento in cui è possibile avventurarsi nel cuore della terra salentina, Presicce, denominato “Città degli ipogei” per l’alto numero di frantoi nel sottosuolo, Specchia, Morciano di Leuca, altro fiorente centro di produzione dell’olio d’oliva, Acquarica del Capo, Sternatia, Gallipoli, Calimera, Melpignano, Copertino, Vernole.

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Fico D’India

Fico d’India

Con le sue pale che si diramano al cielo e si lasciano accarezzare dal sole, il fico d’India è il simbolo per eccellenza delle campagne del Salento, una pianta che si può trovare con facilità anche sui bordi delle stradine rupestri e nei giardini delle case, come ben sanno i visitatori che arrivano in questi luoghi durante i soggiorni estivi ed invernali. La pianta di fico d’India (Opuntia ficus-indica, nella classificazione botanica), importata dal caldo Messico e ormai da mesi radicata nella cultura salentina, attrae per la caratteristica forma sinuosa e imponente, proprio come una madre che nutre i suoi figli: dai suoi affascinanti fiori gialli, bianchi o rossi, a seconda della varietà, si generano dei succulenti frutti ricchi di zucchero e vitamine, che sono state la base del sostentamento della popolazione del Salento, nei momenti di povertà estrema, permettendo di lavorare fino al tramonto nei campi. Durante le vacanze nel Salento, il fico d’India è un elemento scenografico molto amato dai turisti: migliaia di foto girano da tempo su internet di utenti da tutto il mondo che hanno avuto la fortuna di andare in vacanza nel Salento ed immortalare queste stupende piante così ricche di storia e fascino. I suoi frutti così gustosi, sono anche utilizzati in alcune ricette tradizionali salentine con cui deliziarsi nei momenti di festa e che sono molto apprezzate a livello gastronomico dal turismo internazionale, come il liquore ai fichi d’India e la buccia di fico fritta.

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Architettura nel Salento

Architettura nel Salento

In viaggio nel Salento, girovagando nelle sconfinate zone di campagne, si può notare la presenza di tantissime strutture in pietra come le caratteristiche masserie, liame, pajare o furneddhi che costituivano antichi rifugi per contadini e pastori, i muri paralupi, che servivano a difendere gli animali domestici dall’attacco di quelli selvatici, e i graziosi muretti a secco che segnano i perimetri delle “cisure” (“campagne”). Queste costruzioni, create con la roccia estratta dal suolo per rendere un terreno coltivabile, sono espressione massima della magnifica architettura contadina del Salento dalle origini antichissime che si è tramandata nel tempo con il sapiente uso della parola dei più anziani. La presenza di uno scenario architettonico così singolare, arte povera a servizio della terra, tutt’ora affascina i viaggiatori di tutto il mondo che trascorrono le vacanze nel Salento: troviamo pajare e altro soprattutto nei pressi delle zone costiere e, in viaggio verso sud, disseminate nelle campagne del Basso Salento e con il loro fascino senza tempo abbelliscono le campagne salentine come delicati quadri d’autore.

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Piatti Tipici Salentini

Piatti tipici salentini

L’Italia è una nazione apprezzata in tutto il mondo per la sua buona cucina e il Salento, sulla stessa linea, gode di fama internazionale per l’alimentazione tipica della sua popolazione. I sapori di terra salentina attraggono per l’ottima combinazione di genuinità, freschezza e gusto: numerose trattorie e ristoranti offrono piatti tipici a buono prezzo agli amanti della buona tavola, soprattutto durante le vacanze nel Salento. Tramandate nel tempo di padre in figlio, le prelibate ricette salentine derivano dalla sapiente arte contadina di riciclare i cibi avanzati, soprattutto nei periodi di povertà, quando era comunque necessario nutrirsi bene per lavorare. Alla base della cucina del Salento, i prodotti della terra presenti in abbondanza, frutta e verdure di stagione, come arance, mandarini, melagrane, nespole, susine, angurie, fichi d’India, pere, cime di rapa, cicorie (cicuredde), bietole, carciofi, pomodori, melanzane e altro ancora, che danno vita a gustosissime pietanze come la “fritta” con le olive, le “rape ‘nfucate”, le cicorie “tutte pare”, verdura sott’olio e sott’aceto. Molto utilizzate le verdure mescolate a legumi, altro cibo basilare nella cucina nel salento: dall’abbinamento di questi due ingredienti con il pane raffermo, che un tempo erano gli avanzi dei pasti dei giorni precedenti, nasce la “scurdijata”, che è molto consigliata a coloro che sono in viaggio nel Salento. Gli allevamenti ovini, molto diffusi nella penisola salentina, forniscono formaggi di alta qualità, mentre un concentrato di bontà è anche il famoso pane di grano, fatto con farina poco raffinata e lievito naturale, la pasta fatta in casa, la “pitta” di patate e i prodotti da forno in generale, come i famosi “pizzi” o “cucuzzate” (pane con pomodori, cipolla e zucchine), la “puccia” con le olive, le frise, taralli e tarallini, con l’utilizzo. Con l’impasto di farina si ottengono anche le “pittule” fritte, un tempo piatto tipico natalizio, ora sempre presenti per soddisfare la richiesta di turisti che sono in viaggio nel Salento in qualsiasi periodo dell’anno. Altra prelibatezza sono i “ciceri e tria” (pasta fatta in casa con ceci), le “sagne ‘ncannulate”, maccheroni e orecchiette con l’immancabile sugo di pomodoro. I contadini di un tempo potevano mangiare la carne solo nelle occasioni speciali, ma si nutrivano prevalentemente di pesce azzurro e lumache di terra (municeddi): ogni tanto utilizzavano soprattutto la carne dei cavalli più anziani (tra i piatti tipici, pezzetti di cavallo, polpette fritte o al sugo) e interiora di agnello (turcinieddi o gnommareddi). Completano l’opera tantissimi dolci fatti in casa come i “purce??uzzi” (impasto dolce fritto cosparso di miele), i “mustazzoli” (biscotti di mandorle), e il famoso pasticciotto leccese. Il tutto è condito, quasi esclusivamente, con l’insostituibile olio d’oliva: un lauto pasto con piatti tipici, annaffiato con del buon vino negroamaro, primitivo, o malvasia, rendono una vacanza nel Salento indimenticabile, per conservare il ricordo, durante il viaggio di ritorno, di una tradizione così affascinante.

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Vino

Vino
In viaggio nel Salento, per scoprire nuovi sapori, sotto il segno dell’armonia e della gioiosa convivialità: il vino salentino, con il suo carattere deciso e il suo aroma intenso e inebriante, accompagna fedelmente le migliori tavole, esaltandone il gusto dei piatti tipici di “terra noscia”. Una passione che ha più di 4000 anni di storia e che tutt’ora ammalia e convince, seducendo milioni di persone che trascorrono le vacanze nel Salento: il bicchiere di vino che brinda alle migliori degustazioni, molto frequenti e ricercate, un lusso alla portata di tutti, che diverte e apre le porte alla conoscenza e alla simpatia dell’altro. Il vino del Salento conserva ancora, nella sua espressione dialettale, il nome antico di “mieru” derivato da“merum” usato nell’epoca romana per indicare il vino puro non contaminato con acqua o con altri additivi, qual era invece il “vinum”. Questo caratterizza l’animo del Salento, il dolce e l’amaro che fonde il rude lavoro nei campi con la delizia dei momenti di riposo, in allegra compagnia. Tra i vitigni del Salento che sono famosi in tutto il mondo, l’amabile Primitivo, brioso e speziato, il corposo Negramaro, intenso dal colore scurissimo, l’elegante vino Malvasia, profumato e denso. In “vino veritas”, tramanda la tradizione: sicuramente un buon bicchiere di vino può scaldare il proprio viaggio nel Salento con momenti di festosa e sincera armonia.

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ULIVI DEL SALENTO

Ulivi del salento
Per coloro che, durante un soggiorno di vacanza, visitano il Salento, è molto comune avvertire delle profonde emozioni di fronte all’imponenza maestosa di un albero di ulivo, come il richiamo di un lontanissimo passato in cui queste terre pullulavano di vita intensa, fatta di lavoro, scambi, arrivi e partenze. Il Salento “porta d’oriente”, con il suo bel clima e la terra generosamente fertile, ha accolto con amore migliaia di anni fa questo prezioso dono della natura, in maniera talmente ospitale da rendere l’albero di ulivo una specie vegetale “autoctona”, ovvero come se fosse naturalmente originaria del posto. L’ulivo come tradizionale simbolo di pace, fertilità ma anche di resistenza all’usura irreversibile del tempo che passa, rappresenta esso stesso l’anima del Mediterraneo e del Salento: alla moltitudine di turisti che hanno scelto di passare le vacanze e che hanno percorso le stradine delle vaste campagne salentine, è subito balzata agli occhi la somiglianza tra la “dolce” spigolosità dei tronchi rugosi e vetusti con l’anziano contadino, che alla terra ha dedicato un’intera vita e con la terra si è identificato, come l’incanto degli ulivi secolari che “conoscono” il Salento meglio di chiunque altro. Una storia che ci viene raccontata anche dalle stradine romane, le masserie sparse nelle campagne, i frantoi ipogei in cui ogni anno si ricavava il prezioso “oro giallo”, l’indispensabile olio d’oliva, espressione finale del valore immenso e divino che gli alberi di ulivo hanno per l’Umanità. E ci richiama a viaggiare nel Salento, a passare le vacanze in quei posti, per sentire sulla propria pelle questo soffio di eternità.

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PIZZICA SALENTINA

 Pizzica Salentina

Il Salento è una terra profondamente attaccata alle sue radici, ma la sua posizione geografica che si apre ad est, rende questo territorio completamente aperto agli scambi e alle condivisioni con altri popoli: partenze e viaggi nel Salento sono una costante tutto l’anno, così come molte tradizioni salentine sono conosciute e apprezzate in tutto il mondo. Nell’ultimo ventennio, esemplare in questo senso è stata la rapida diffusione della pizzica, danza popolare caratteristica del Salento. La pizzica salentina è un ballo spontaneo proprio delle classi più umili, che trovavano nel canto e nella danza un momento di gioia collettiva nel duro lavoro quotidiano. Le origini  della pizzica si perde nella notte dei tempi e ancora affascina turisti di tutto il mondo che vengono in vacanza nel Salento per scatenarsi in un ballo catartico come se fossero “pizzicati” dalla “taranta”: la pizzica veniva utilizzata, infatti, dal popolo del Salento come terapia per annientare il veleno di un particolare tipo di tarantola, la Lycosa tarantula, il cui morso era molto comune nei campi durante la raccolta. Secondo la leggenda, tale morso faceva entrare i malcapitati, soprattutto giovani donne, in uno stato di possessione: l’esorcismo consisteva nel disporsi in cerchio, simbolo di perfezione, e suonare insistentemente con tamburreddi e altre percussioni, facendo ballare al centro la malata fino allo sfinimento. Un altro tipo di pizzica popolare del Salento rappresenta anche la fase di corteggiamento, in cui la donna attira a sé e nello stesso tempo sfugge senza farsi mai toccare al suo amato, con movimenti sinuosi e maliziosi, servendosi di un fazzoletto e di un appassionato gioco di sguardi. Un’altra forma elegante di pizzica è la “danza delle spade” tra due uomini, in cui si simula l’atto di contendersi una donna facendo “danzare” coltelli immaginari tra le mani. È ormai consuetudine durante le vacanze, in viaggio nel Salento, trovare “ronde” spontanee di pizzica in molte piazze salentine, in cui si balla sfrenatamente fino all’alba.

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Escursione grotte Notturna

Escursione Notturna Santa Maria di Leuca : Prevede la visita delle grotte del mar Ionio e prosegue nel porto di Santa Maria di Leuca da dove torna davanti alla Grotta delle Tre Porte per la sosta bagno, e aperitivo con la possibilità di aggiungere la cena a bordo. Cena, che comprende: bruschette, pizza, calzoncini, bocconcini di pollo, olive ascolana, pasta fredda, bocconcini di mozzarella, frutta, dolce e bevande. A secondo della barca disponibile è possibile osservare il fondale nel corso di tutta la gita e sostare per il bagno verso la spiaggia. Partenza alle ore 21:00 e rientro alle ore 23:00

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Escursione grotte Tramonto

Escursione Tramonto Santa Maria di Leuca :Prevede la visita delle grotte del mar Ionio e prosegue nel porto di Santa Maria di Leuca da dove torna davanti alla grotta delle Tre Porte per la sosta bagno, e aperitivo a bordo ovviamente con la spiegazione e i racconti relativi a i meravigliosi posti che si stanno visitando. Partenza alle ore 18:00 e rientro alle ore 20:00