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Rustico Leccese

Rustico Leccese
Due tondi di pasta sfoglia con farina, strutto, acqua e sale che avvolgono un gustoso ripieno di mozzarella fiordilatte, polpa di pomodoro, besciamella, pepe e noce moscata, il tutto spennellato con uovo e cotto in forno: il rustico leccese è una specialità tipica della tradizione salentina, la cui ricetta è stata tramandata di generazione in generazione, lasciando inalterati gli ingredienti genuini e la morbida consistenza. Assai benvoluto dai salentini, il cui consumo costituisce un’abitudine radicata, e dai turisti in vacanza nel Salento, il rustico leccese è uno spuntino delizioso da concedersi nei momenti di sosta, in città come al mare, e si trova facilmente esposto nei banconi di bar e rosticcerie di tutto il tacco d’Italia: il bel colore lucido giallo-oro e il suo profumo intenso lo rendono un alimento da inserire nella lista delle cose da fare assolutamente durante le vacanze nel Salento. Proverbiale l’odore del rustico leccese appena sfornato ancora caldo. Forse di nobili origini, in quanto composto da ingredienti non proprio contadini, il rustico leccese è stato inventato molto probabilmente dopo l’invenzione della besciamella nel XVII sec., ad opera del marchese di origini francesi Louis De Béchamel: dopo un periodo di produzione strettamente locale, che lo rendevano sconosciuto al resto d’Italia, oggi il rustico ha superato i confini del Salento ed è diventata una consuetudine per i turisti in vacanza richiedere il rustico con assoluta familiarità. Il rustico leccese, con la sua lunga storia, si considera parte dello stupendo patrimonio gastronomico del Salento ed è attualmente registrato nell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

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Artigianato

Artigianato
L’incantevole maestria degli artigiani salentini è riuscita a foggiare un’incredibile varietà di materie prime per la realizzazione di manufatti e utensili che si possono ammirare sulle bancarelle dei graziosi mercatini o nelle botteghe artigiane figlie della tradizione: un’altra allettante meta del turismo internazionale è l’esplorazione durante le vacanze della parte creativa più rappresentativa del Salento, quell’instancabile produzione artigianale che affonda le sue radici nella notte dei tempi. Dalla pietra leccese alla cartapesta, dal legno al ferro battuto, dalla ceramica, la terracotta alle foglie di giunco, è possibile contemplare queste meravigliose opere nella loro originalità e perfezione strutturale. Con il “leccisu”, la pietra leccese, la roccia calcarea primordiale presente sul territorio veste le grandiose facciate dei monumenti barocchi, come la forma della più semplice panchina. La pietra leccese, nota per la sua pregiata qualità e docilità di utilizzo, ha fatto conoscere l’arte della lavorazione della pietra salentina in tutto il mondo. Dalla povertà estrema che non permetteva di acquistare materiali di lavorazione pregevoli, nasce l’affascinante arte della cartapesta: con la copertura e la sovrapposizione di strutture di partenza con materiali poveri, come pezzi di carta straccia tenuta insieme con colla d’amido e fili di ferro, sono nati capolavori della tradizione, per un effetto molto simile alla scultura in pietra ma con un materiale molto più leggero e sicuramente economico. Questa versatilità ha reso la cartapesta un’attività florida e duratura dell’artigianato salentino: il boom delle botteghe artigiane si attesta già nella seconda metà del XVII sec., e ancora oggi, in viaggio nel Salento, si possono visitare mercatini e laboratori della cartapesta, mentre le abili dita artigiane modellano soprattutto santi, elementi religiosi, pastori, contadini, oggetti naturali e i bellissimi presepi durante il periodo natalizio. A Lecce un centinaio di opere di artisti locali sono esposte nel museo all’interno delle sale del castello di Carlo V, con una buona affluenza di visitatori e turisti in vacanza nel Salento. Con acqua e creta lavorate al tornio e poi cotte ad alte temperature, si ottiene la terracotta, altra arte eccelsa di questo territorio, che ha dato vita a manufatti dall’inconfondibile colore rosso mattone, come souvenir da portare in viaggio al ritorno dalle vacanze nel Salento, agli splendidi utensili di terracotta per cucinare come la tradizionale pignata. A Cutrofiano, il “Museo comunale della Ceramica” ospita splendide opere artigianali con questo prezioso materiale. Così per i maestri di lavorazione del giunco (lu paleddhu), arte antica ma tutt’ora fiorente, la creatività del popolo salentino viaggia in tutto il globo, con gli arrivi e le partenze di chi vuole portare con sé un pezzo di Salento a casa propria.

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Dolmen e Menhir in Salento

Dolmen e Menhir in Salento
“Siedono” sulla terra del Salento da circa 6000 anni, come pietre miliari che ci segnalano la rotta verso l’eternità: i dolmen e i menhir, sono strutture megalitiche in pietra, che ci raccontano dei riti, delle tradizioni, dei viaggi nel Salento di uomini antichissimi. Il loro uso, forse funerario, forse propiziatorio, forse di culto verso le divinità, rimane tuttavia sconosciuto. I Menhir (dal bretone “men” e “hir” indica una “lunga pietra”) sono dei blocchi singoli di pietra piantati nella terra, hanno dimensioni variabili, si possono trovare in gruppo o da soli: i loro lati più ampi sono generalmente posizionati ad est e ad ovest e, probabilmente, potevano essere indicatori astronomici e segnalatori del tempo. Tipici del paesaggio bretone, i menhir sono 79 in Puglia: se si è in vacanza nel Salento si può visitare il “giardino megalitico d’Italia” a Giurdignano, che dispone di 25 antichi menhir, ma anche i monumenti di Otranto, Minervino di Lecce, Salve, Giuggianello e a Martano, dove il menhir di “Santu Totaru” tocca quasi i 5 metri d’altezza. Durante i viaggi nel Salento, sicuramente da visitare anche i dolmen (dal bretone tol o “tuol” e “men”, “tavola d pietra”), ovvero massi di pietra conficcati in verticale nella terra che sorreggono una copertura orizzontale e con l’entrata rivolta ad est, così a formare una “stanza”: in molti dolmen sono stati ritrovati reperti antichi, come ossa di animali e vasellame. Per un viaggio nel Salento antico, si possono visitare i suggestivi dolmen a Minervino di Lecce, Salve, Melendugno, Maglie, Melissano, Corigliano d’Otranto, Giurdignano, Carpignano Salentino, Racale, Zollino, Giuggianello e Poggiardo.

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Grotte costiere del Salento

Grotte costiere del Salento
In mezzo alle belle spiagge così frequentate durante i soggiorni estivi del Salento, si alternano tratti di costa in entrambi i versanti della penisola che sono interessati dal fenomeno del carsismo, un evento che coinvolge incessantemente e gradualmente la roccia calcarea e le acque meteoriche, che giungono dall’atmosfera sul suolo terrestre. Nel tempo, l’acqua modella la roccia e scava in profondità fino a creare suggestivi condotti e spettacolari “stanze” sotterranee, veri e propri tesori della natura che affascinano migliaia di visitatori che ogni anno viaggiano nel Salento. Queste monumentali opere della natura richiedono millenni di erosione della roccia, un processo che mai si arresta e che continua a modificare il paesaggio salentino. Improvvisando un tour turistico intorno alle coste del Salento è possibile scoprire la bellezza scenografica dei paesaggi rupestri dominati da grotte e scogliere, così affascinanti e suggestivi da imprimersi nel ricordo dei visitatori: molti di questi antri sotterranei sono vere e proprie testimonianze storiche di un passato antichissimo del Salento, alcune si possono raggiungere esclusivamente via mare. Per citarne solo alcune, partendo da Porto Selvaggio, sul versante ionico a nord di Gallipoli, si può incontrare la bella Grotta di Capelvenere, così chiamata per l’omonima specie vegetale che cresce in quel posto. Giungendo a sud lungo la costa ionica, così trafficata durante le vacanze salentine, si giunge nei pressi di Santa Maria di Leuca, sul lato ovest, dove meraviglie della natura portano il nome di Grotta delle Tre Porte che custodisce reperti antichi quanto l’uomo di Neanderthal e di fauna africana, la Grotta del Bambino, dove è stato trovato un dente appartenente probabilmente ad un bambino nella preistoria, la Grotta del Diavolo, caratterizzata dal costante eco suggestivo delle onde al suo interno e la Grotta Porcinara, antico luogo di culto facilmente raggiungibile a piedi, oltre a tantissime piccole grotte presenti sulla grotta. Sulla costa orientale di Capo di Leuca che si affaccia sul mare Adriatico, si incontra una tipica atmosfera da finibus terrae: alte scogliere a picco sul mare in cui si aprono profonde voragini nella terra. E qui, nella località Ciolo, nei pressi di Gagliano del Capo, che ogni anno migliaia di turisti in vacanza nel Salento vengono ad ammirare e a fotografare questi caratteristici paesaggi, alcuni per provare l’ebbrezza di fare prodigiosi tuffi acrobatici da queste altezze, altri per avventurarsi sui pendii dotati di passaggi naturali. Più a nord di Leuca, passando per tratti di costa alternati a spiaggia e a scoglio, si giunge a Castro, nella stupenda Grotta Zinzulusa, così chiamata per gli stalattiti che pendono dal soffitto simili a “zinzuli”, ovvero “stracci”, vera e propria “voragine” nella terra alta 15 metri, e la bella Grotta Azzurra, dalle incantevoli acque azzurro intenso, entrambe oggetto di numerose visite guidate in barca. A Santa Cesare Terme, le numerose grotte procurano la preziosa acqua termale che ha reso possibile la costruzione del noto centro termale. Più a sud di Otranto, a Porto Badisco, la Grotta dei Cervi incanta con gli antichi graffiti che riproducono battute di caccia al cervo. A Torre dell’Orso, invece, più a nord di Otranto, tra le tantissime grotte presenti spicca la Grotta di San Cristoforo, con incise nella roccia versi antichi, come la preghiera di “Felicior Hispanius”, scritta da un navigatore per il buon auspicio della sua traversata in mare. A San Foca, se si è in vacanza nel Salento, ci si può innamorare nella romantica Grotta degli Amanti, rifugio originario di una coppia di fidanzati, di cui, secondo la leggenda popolare, si possono avvertire ancora i sospiri con il soffio della brezza primaverile oppure deliziarsi al sole nei pressi della graziose Grotte della Poesia.

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Caffè in ghiaccio

Caffè in ghiaccio

Durante le vacanza d’estate nel Salento, un altro immancabile appuntamento che i turisti non si lasciano scappare è la colazione o cinque minuti di break giornaliero con il buon caffè in ghiaccio salentino, una bevanda energizzante e rinfrescante da degustare sul momento in tutti i bar e servizi di ristorazione nel territorio. Il caffè in ghiaccio salentino, che è proprio tipico del Salento e introvabile nel resto d’Italia, conserva le sue lontane origini nel periodo di dominazione spagnola nella penisola, e veniva utilizzato già nel 1600 con il nome di café del Tiempo caratteristico caffè in ghiaccio di Valencia, servito con fetta di limone o foglie di menta. Il caffè in ghiaccio salentino si prepara versando il corposo caffè espresso, che nel Salento è noto per la miscela particolarmente robusta e aromatica, in un largo bicchiere di vetro contenente cubetti di ghiaccio appena tolti dal freezer, in modo che non colino acqua e si mantengano belli solidi. L’espresso viene precedentemente zuccherato nella tazzina, secondo le richieste del cliente, per poi essere versato nel bicchiere: facoltativamente, si può richiedere di “soffiare” il caffè in ghiaccio con il getto di vapore, per ottenere una cremina più densa del composto. Oltre a questa bevanda tradizionale, ha preso piede tra chi è in vacanza nel Salento il caffè leccese, che prevede l’utilizzo di latte di mandorla al posto dello zucchero, da versare direttamente nel bicchiere con il caffè in ghiaccio. Il caffè in ghiaccio va bevuto sul momento prima che i cubetti si sciolgono, proprio per evitare di annacquare il prezioso aroma dell’espresso, così amato da migliaia di viaggiatori in vacanza nel Salento: per trovare la giusta carica e trascorrere vacanze “esplosive”, niente di meglio che un buon caffè in ghiaccio, da sorseggiare al mattino, per rinfrescarsi nei caldi pomeriggi soleggiati nel Salento o anche per tonificarsi la sera. I turisti, durante il boom di richieste di caffè in ghiaccio negli ultimi anni, non hanno “badato a spese”, da nord a sud, nell’esternare soddisfazione e nel complimentarsi con i barman salentini per la dedizione e la cura verso questa bevanda, che, oltre ad essere buona, esprime un profondo gesto di condivisione e comunicazione quotidiana tra le persone e di meritato “stacco” per se stessi.

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Case a corte

Case a corte
Piccole stanze dei segreti che si aprono tra le suggestive stradine dei borghi antichi: così le belle case a corte, strutture abitative del 1500 d.C. tipiche dei centri storici del Salento, deliziano la vista dei visitatori in vacanza che sono alla scoperta del cuore più antico di questo meraviglioso territorio. Passeggiando nella parte più arcaica dei comuni salentini, tra i vicoli lastricati in pietra leccese ( le caratteristiche “chianche”) dall’atmosfera incantevolmente soffusa al calar della sera, si possono incontrare delle entrate, a volte erroneamente scambiate per ingressi ad altre strade. Queste “porte”, molto spesso decorate con elementi artistici originali, danno l’accesso sul lato corto di un cortile, dalle forme e profondità variabili, circondato tutto intorno da piccole abitazioni. In queste minuscole case, generalmente stanze singole, con il pavimento rivestito in pietra e l’arredamento semplice ma con un grande focalire (“camino”), nelle “case a corte”, si svolgeva la vita dei contadini del Salento, povera ma essenziale. Nelle visite guidate, per chi è in viaggio nel Salento, si racconta l’esistenza di questo piccolo spazio riservato a molti lavoratori della terra, in cui le famiglie crescevano di padre in figlio, di parente a congiunto e si aveva la necessità di nuove stanze con quel poco che si aveva a disposizione: le corti del Salento, infatti, raggruppavano generalmente parenti, amici e affini. E ci si incontrava insieme, prima di andare a letto, nel cortile, con la sua “pila” (lavabo in pietra) e “lu puzzu” (pozzo), a riposare e a ridere, a parlare e a raccontare a grandi e piccini storie senza tempo.

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Sagre

Sagre
Sono il tratto distintivo che caratterizza ogni comunità del Salento: le sagre paesane sono dei veri e propri momenti di condivisione della propria ricchezza culturale e di comunione con l’ospite, lo straniero, lu forastiero, come dicono gli anziani salentini, che trascorre piacevolmente le vacanze in questi posti. Le sagre, appuntamento immancabile nelle belle estati salentine, sono un biglietto da visita che identifica ogni singolo paese di Terra d’Otranto con i suoi piatti tradizionali, il suo folklore e la sua piccola storia. Tutti i giorni, al tramontar del sole, a turno i centri storici del Salento si animano con canti, musiche, sapori e odori unici, per riscoprire la gioia di vivere nella semplicità genuina delle piccole cose quotidiane e del contatto diretto con lu salentinu. I tantissimi turisti che sono in vacanza nel Salento sono deliziati dalla squisitezza dei prodotti autentici della terra e del mare, dal buon vino, dalla danza spontanea che investe ad un certo punto la gente, invaghita dal suono caldo e vibrante dei tamburreddi. Sono numerosissime le sagre da visitare in tutto il Salento e, qui è il caso di dirlo, per tutti i gusti: si va dalla Sagra de li Piatti Nosci a Castrignano del Capo, alla Sagra de li Diavulicchi di Morciano di Leuca, dalla Sagra de li Kapuvacanti e de li Piatti Chini a Gagliano del Capo alla Sagra del Pesce Fritto a Santa Maria di Leuca, dalla Sagra te Ciciri e Tria a Ugento alla Sagra del Pane e Pomodoro a Presicce, alla famosissima Sagra della Municeddha a Cannole, dal Pesce & Sound a San Foca, marina di Melendugno, alla Sagra del Grano ad Acquarica del Capo, dalla Sagra della Bruschetta di Soleto, alla Sagra della Friseddhra di Marittima. Per una “gustosa” vacanza nel Salento e per conservare, nel viaggio di ritorno, la memoria dei sapori autentici di questa terra.

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Pasticciotto

Pasticciotto
La squisita bontà del pasticciotto leccese è un gesto di tenerezza mattutino che nel Salento ci si concede ogni giorno: questo dolce risveglio ha origini molto lontane e ed è considerata una specialità della tradizione salentina. Il pasticciotto ha una forma ovoidale più o meno simile ad un plum-cake: composto da un ripieno di crema pasticcera ricoperto da pasta frolla, il dolce viene spennellato con albume d’uovo prima della cottura e poi gustato possibilmente appena tolto dal forno, quando, ancora caldo, raggiunge la giusta consistenza e sprigiona quel profumo buono e invitante, che si sente tipicamente in molti bar salentini. Vera e propria leccornia per molti turisti che sono in vacanza nel Salento, il pasticciotto leccese, nasce, come viene tramandato dalla tradizione popolare, in una piccola bottega dolciaria di Galatina nel 1745, da una creazione del pasticcere Andrea Ascalone, che cercava una specialità capace di attirare i visitatori che erano in viaggio nel suo paese, in occasione della festività di San Paolo, protettore delle tarantate. Da un po’ di impasto e ripieno avanzato, che sistemò in un recipiente di rame, tirò fuori una torta di piccole dimensioni, che lui stesso definì un “pasticcio”, inconsapevole di aver creato un dolce tipico che, ancora dopo due secoli e mezzo, viene decantato e apprezzato per il suo caratteristico sapore. Tappa obbligata per molti che trascorrono le vacanze nel Salento, il pasticciotto da nord a sud della penisola leccese ancora delizia, tanto che molti maestri del gusto hanno sperimentato nuovi gusti per la ricetta base come il pasticciotto al cioccolato, quello al gianduia, con crema e marmellata, con crema alla ricotta, fino al famoso pasticciotto al cacao “Obama”, creato nel 2008 a Campi Salentina. Ancora una volta una piccola storia popolare oltrepassa i confini del suo tempo, per diventare un simbolo, ai giorni nostri, della dolci vacanze salentine.

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Frantoi Ipogei

Frantoi Ipogei
Salento e olio di oliva è un storia d’amore che nasce migliaia di anni fa come viene testimoniato dalla presenza di bellissimi frantoi ipogei, tutt’ora visibili e aperti ai visitatori. Un tempo i trappiti, altro nome dei frantoi, erano costruiti all’interno di stanze sotterranee in molti centri salentini per vari motivi (maggiore protezione, facilità di scarico delle olive attraverso le aperture superiori, temperatura più alta) e sono tutt’ora luogo prescelto da visitare in molti itinerari di viaggio nel Salento: al loro interno si scandiva il ritmo quotidiano di tantissimi uomini salentini che dovevano allontanarsi dalle proprio case da novembre fino a maggio dopo la raccolta delle olive, nel periodo autunnale, per vivere stabilmente all’interno del frantoio ipogeo, dove si procedeva alla lavorazione e alla spremitura del prezioso oro del Salento sotto la guida del caposquadra, il nachiru. I frantoi ipogei da visitare per chi è in vacanza nel Salento sono numerosissimi, anche se la maggior parte di loro non è “sopravvissuta” all’usura del tempo per vari motivi. Tra i Comuni del Salento in cui è possibile avventurarsi nel cuore della terra salentina, Presicce, denominato “Città degli ipogei” per l’alto numero di frantoi nel sottosuolo, Specchia, Morciano di Leuca, altro fiorente centro di produzione dell’olio d’oliva, Acquarica del Capo, Sternatia, Gallipoli, Calimera, Melpignano, Copertino, Vernole.

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Fico D’India

Fico d’India

Con le sue pale che si diramano al cielo e si lasciano accarezzare dal sole, il fico d’India è il simbolo per eccellenza delle campagne del Salento, una pianta che si può trovare con facilità anche sui bordi delle stradine rupestri e nei giardini delle case, come ben sanno i visitatori che arrivano in questi luoghi durante i soggiorni estivi ed invernali. La pianta di fico d’India (Opuntia ficus-indica, nella classificazione botanica), importata dal caldo Messico e ormai da mesi radicata nella cultura salentina, attrae per la caratteristica forma sinuosa e imponente, proprio come una madre che nutre i suoi figli: dai suoi affascinanti fiori gialli, bianchi o rossi, a seconda della varietà, si generano dei succulenti frutti ricchi di zucchero e vitamine, che sono state la base del sostentamento della popolazione del Salento, nei momenti di povertà estrema, permettendo di lavorare fino al tramonto nei campi. Durante le vacanze nel Salento, il fico d’India è un elemento scenografico molto amato dai turisti: migliaia di foto girano da tempo su internet di utenti da tutto il mondo che hanno avuto la fortuna di andare in vacanza nel Salento ed immortalare queste stupende piante così ricche di storia e fascino. I suoi frutti così gustosi, sono anche utilizzati in alcune ricette tradizionali salentine con cui deliziarsi nei momenti di festa e che sono molto apprezzate a livello gastronomico dal turismo internazionale, come il liquore ai fichi d’India e la buccia di fico fritta.